Cagliari

S’Avanzada, caverne sotterranee e laghetti: ora è un rifugio per sbandati con rifiuti

Un luogo nascosto ai più, tra degrado e abbandono. VIDEO

 S’Avanzada, caverne sotterranee e laghetti: ora è un rifugio per sbandati con rifiuti

Di: Alessandro Congia


Una vergogna, a 50 metri dall’ingresso dei Giardini Pubblici a Cagliari, tra laghi e sale immense sconosciute ai più. Ora il Comune vuole chiudere l’accesso a quel pertugio, rovinato da vandali e clochard: al suo interno potrebbe conservare diverse cattedrali, tanto è alta ed estesa.

È  S’Avanzada,  tra le più vaste, suggestive e articolate caverne urbane dell’isola che la web community Sardegna Sotterranea ha esplorato questa notte. 

“L’obiettivo è svelare ai più l’esistenza di un luogo della memoria da salvare” afferma Marcello Polastri, tra le guide della spedizione.   “Però, a quanto sembra - aggiunge Diego Scano - della sua storia di questi luoghi a nessuno importa”. Perché questo sito vecchio di millenni è abbandonato. Eppure diede la roccia utile per costruire il soprastante castello, detto “Castedd’è Susu”. 

“La grotta sorregge la  Cittadella dei Musei, e infatti potrebbe diventare anche un luogo per ospitare spettacoli, concerti, mostre, accogliere una palestra di arrampicata - prosegue Polastri - oppure diventare una succursale del museo e invece è come una pattumiera lontana da sguardi indiscreti”.  

Oggi, in seguito alle segnalazioni, ci siamo recati nel Largo Giuseppe Dessì constatando che, a due passi dall’ingresso del  Giardino Pubblico  di viale San Vincenzo (meglio noto come  il Terrapieno), si staglia l’ingresso della caverna. È ridotto ad un buco su un muro di blocchetti in parte asportati da mani anonime.  

Superato quel foro, varcato da curiosi e sbandati, davanti ai nostri occhi, chiunque mosso da un briciolo di coraggio, potrebbe assistere ad uno spettacolo indecoroso: il vano d’accesso all’antica caverna è invaso da un tappeto di  bottiglie di plastica piene di  urina. Ma perché? 

Ci ritorna in mente che  circa 10 anni fa, i senzatetto che trascorrevano la notte nella caverna, usavano in un modo alquanto singolare delle bottiglie di plastica: “così non puzziamo e non pisciamo la grotta” mi disse uno degli occupanti della caverna che si sviluppa verso il basso.  Il risultato  è che oggi, una bomba ecologica, con centinaia di bottiglie non di certo biodegradabili, soffocano il nostro patrimonio storico-archeologico identitario 

VIDEO: https://youtu.be/rdQD5pEw490

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